Il paesaggio agricolo delle Cinque Terre ha preso origine e si è sviluppato nei secoli soltanto con la forza delle braccia e delle gambe dei suoi abitanti, unita all’abilità dei viticoltori tramandata e affinata di generazione in generazione.
La natura del suolo da trasformare, così impervia, ha reso impossibile l’utilizzo di animali da trasporto, come invece avvenne nell’immediato entroterra: i sentieri nelle fasce terrazzate sono sempre stati troppo stretti e ripidi per permettere il passaggio di muli e asini. Era l’uomo che si sostituiva agli animali e trasportava ogni cosa sulle proprie spalle, come dei supereroi ante litteram.
Ancora più problematico era l’utilizzo di qualsiasi attrezzatura complessa e quindi tutto è avvenuto grazie all’opera dell’uomo, che è stato allo stesso tempo architetto e operaio. Erano pochi gli strumenti necessari per spezzare la pietra e per sollevare modeste quantità di terra e piccoli sassi, questi ultimi fondamentali per la tenuta dei muretti a secco, garantendo l’idoneo drenaggio delle acque piovane.
L’esperienza e la manualità sono le caratteristiche fondamentali dell’attività agricola delle Cinque Terre e ancora oggi le varie fasi della coltivazione della vite e dell’olivo sono svolte a mano senza l’ausilio di macchine. Il paesaggio terrazzato unico al mondo che ogni anno viene ammirato da milioni di turisti provenienti da ogni angolo del pianeta è stato esclusivamente creato da l’uomo che ogni giorno è impegnato ad un lavoro solitario, assiduo, costante e faticoso per mantenerlo.
Per meglio comprendere la quantità di lavoro svolto per plasmare il territorio, che dall’anno 2000 è protetta dal Parco Nazionale delle Cinque Terre, l’area terrazzata nel corso dei secoli ha raggiunto la superficie massima di circa 1400 ettari ed ha interessato la fascia costiera fino all’altezza di 500 metri sul livello del mare, partendo a volte da pochi metri dalla riva. Con un calcolo complesso si è arrivati alla conclusione che i muretti a secco delle Cinque Terre, se fossero messi in un’ipotetica linea retta, avrebbero un’estensione di circa 5000 chilometri!
Le foto contenute in questo articolo sono di André Leuba, Eduard Kopp e Anselmo Crovara custodite nell’Archivio della Memoria Anselmo Crovara in Via Aldo Rollandi in Manarola.
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